domenica 27 maggio 2018

"Ti meriti un amore" di Frida Kahlo (poesia)

Ti meriti un amore che ti voglia 
spettinata, 
con tutto e le ragioni che ti fanno 
alzare in fretta, 
con tutto e i demoni che non ti 
lasciano dormire. 
Ti meriti un amore che ti faccia 
sentire sicura, 
in grado di mangiarsi il mondo 
quando cammina accanto a te, 
che senta che i tuoi abbracci sono 
perfetti per la sua pelle. 
Ti meriti un amore che voglia ballare 
con te, 
che trovi il paradiso ogni volta che 
guarda nei tuoi occhi, 
che non si annoi mai di leggere le 
tue espressioni. 
Ti meriti un amore che ti ascolti 
quando canti, 
che ti appoggi quando fai la ridicola, 
che rispetti il tuo essere libera, 
che ti accompagni nel tuo volo,                                (Ambrogio Antonio Alciati, Il convegno
che non abbia paura di cadere. 
Ti meriti un amore che ti spazzi via le 
bugie 
che ti porti il sogno, 
il caffè 
e la poesia.

sabato 19 maggio 2018

“Mare al mattino” di Konstantinos Kavafis (poesia)



Dalla raccolta "Settantacinque poesie" edita Einaudi, 1992.

Che io mi fermi qui; per un’occhiata alla natura anch’io.
Di un cielo sgombro e del mare al mattino
il blu brillante con la gialla riva; tutto
bello, e tutto in piena luce.


Che io mi fermi qui. E m’illuda di aver visto
(certo che ho visto, in quell’attimo di sosta);
non vittima anche qui dei miei abbagli
dei miei ricordi dei miei fantasmi di lussuria.

giovedì 17 maggio 2018

APOCALISSE PELUCHE di Carlton Mellick III


Trama:
La guerra tra i giocattoli e gli umani è giunta al termine.E hanno vinto i giocattoli. Peluche, bambole e soldatini dotati di intelligenza artificiale non ne potevano più di venire maltrattati da bambini viziati e distrutti al minimo accenno di ribellione. Senza libertà, senza diritti, senza una speranza per il futuro, la loro unica possibilità di salvezza era di sterminare gli umani. Iniziò la rivolta. 
Julie è una ragazza sopravvissuta per sette anni dopo la rivolta dei giocattoli. Per riuscire a infiltrarsi tra loro e cercare i propri genitori, detenuti in un campo di concentramento, si è sottoposta a una serie di interventi per divenire identica a un panda peluche. Le manca solo la pelliccia sul volto. L’invasione del bunker sotterraneo, in cui abita con una comunità di umani, la costringe ad accelerare i propri piani. Mentre gli umani vengono sterminati, lei indossa una maschera da panda e tenta di farsi passare per un peluche, cercando di non farsi fissare troppo da vicino.
Riuscirà a ingannare gli altri giocattoli e a ritrovare i propri genitori?

Commento a cura di 

A seguito di un'interessante discussione sui libri "strani" è uscito fuori questo titolo, la cui copertina ci dà già un suggerimento circa il genere di appartenenza, ovvero "bizarro fiction". Devo ammettere che prima d'ora non mi ero mai soffermata su quanto potessero essere "bizzarre" certe mie letture passate che, ingenuamente, consideravo soltanto narrativa. Adesso le guardo con un occhio più critico e mi rendo conto che possono benissimo essere collocate all'interno di questo genere.

Ma veniamo al romanzo. Sulla trama preferisco non dilungarmi più di tanto, ma darvi piuttosto un accenno. Ci troviamo in un futuro non precisato, non molto lontano dai giorni nostri, nel quale i giocattoli - seminando morte e distruzione - hanno conquistato il predominio a discapito degli esseri umani che si trovano a soccombere di fronte a queste intelligenze artificiali dall'aspetto apparentemente innocuo.

Tra i pochi superstiti c'è la giovanissima Julie che ha una missione ben precisa da portare a termine. Anche se consapevole che il suo viaggio sarà costellato da innumerevoli pericoli, la ragazza non demorde. Addirittura, per riuscire ad infiltrarsi e a mimetizzarsi con maggior facilità tra i nemici, si è fatta innestare sul proprio corpo parti di peluche per assomigliare il più possibile ad un tenero panda di stoffa.
Sarà in grado la nostra estemporanea paladina di raggiungere l'obiettivo che si è prefissata o gli ostacoli che incontrerà sul suo cammino ne influenzeranno le scelte? Non sarò io a rispondere a questo interrogativo, ma se ho avuto la capacità di incuriosirvi l'unica soluzione è LEGGERLO
"Apocalisse peluche" è un romanzo breve - senza infamia e senza lode - da considerarsi più che altro un libro  di puro intrattenimento. Potrebbe altresì essere definito come un retelling di "Toy Story", ma in salsa post-apocalittica condita da un tocco splatter. Lo stile di Carlton Mellick III è sciolto e immediato, l'espediente narrativo del flash-back è ben dosato e funziona, aprendoci di volta in volta uno scorcio sul passato che ha portato a questo presente di devastazione e annientamento del genere umano. L'originalità è il maggior pregio di questo libro, trama e personaggi risultano coerenti con l'ambientazione indicata.
Peccato che la brevità non giochi pienamente a suo favore, troppi dettagli importanti sono stati tralasciati, trasmettendo una sensazione di incompiutezza e insoddisfazione in chi legge.
Ciò nonostante non mi sento di bocciarlo, tuffarmi in questa strampalata avventura è stato piacevole, perciò... promosso! :)

Giudizio:



sabato 12 maggio 2018

Dino Buzzati e l'arte del racconto

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"Ha vissuto tutta la vita cercando di adattare una realtà ingombrante, rumorosa e ottusa alla sua fantasia disciplinata. Una battaglia contro la banalità quotidiana, che nel suo pessimismo sapeva persa in partenza."



Per la prima volta in tutta la mia vita ho sentito la necessità fisiologica di recuperare tutto il possibile di questo autore, purtroppo sottovalutato ai giorni nostri e per fortuna ristampato da Mondadori nella sua collana "Oscar Mondadori", riconoscibile dal famigerato angolino mancante (le prime tre immagini sono esplicative, in tal senso).


domenica 6 maggio 2018

"Il flauto di vertebre" di Vladimir Vladimirovič Majakovskij (poesia)

PROLOGO

A voi tutte che siete piaciute o piacete,
che conservate icone nell’antro dell’anima,
come coppa di vino in un brindisi,
levo il cranio ricolmo di canti.

Sempre più spesso mi chiedo
se non sia meglio mettere un punto
d’un proiettile sulla mia sorte.
Oggi darò
in ogni caso,
un concerto d’addio.

Memoria!
Raduna nella sala del cervello
le schiere inesauribili delle amate.
Da un occhio all’altro effondi il sorriso.
D’antiche nozze travesti la notte.
Di corpo in corpo effondete la gioia.
Che nessuno dimentichi una simile notte.
Oggi io suonerò il flauto
sulla mia colonna vertebrale.