martedì 26 giugno 2018

TE LA SEI CERCATA di Louise O'Neill


Trama:
In una cittadina di provincia dove tutti si conoscono, Emma O’Donovan è diversa. Lei è speciale: diciotto anni, bellissima, popolare, potente. è sempre perfetta e ama essere desiderata. Tutte le ragazze vorrebbero essere sue amiche, e tutti i ragazzi vorrebbero uscire con lei.
Fino a quella notte.
A quella festa d’estate, Emma era troppo ubriaca per rendersi conto di cosa stava accadendo, troppo ubriaca per dire basta, troppo ubriaca per ricordare. Ma quelle immagini, quelle fotografie che tutti hanno visto online, significano che non potrà mai dimenticare. E dopo la violenza comincia un nuovo incubo: Emma era speciale, ma ora è solo una fonte di imbarazzo. è sulla bocca di tutti, assurdamente additata e accusata. Davvero se l’è cercata? Davvero è sua la colpa? Senza punti di riferimento, Emma comincia a dubitare persino di se stessa.

Commento a cura di:

sabato 23 giugno 2018

"Abbracciarsi" di Chandra Livia Candiani (poesia)

«L'universo non ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa cosí:
ci si avvicina lentamente
eppure senza motivo apparente,
poi allargando le braccia,
si mostra il disarmo delle ali, 
e infine si svanisce,
insieme,
nello spazio di carità
tra te
e l'altro».

sabato 16 giugno 2018

"Se" di Joseph Rudyard Kipling (poesia)

Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all'odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;

Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.

Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c'è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"

Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!

sabato 2 giugno 2018

"Il violinista pazzo" di Fernando Pessoa (poesia)










Non fluì dalla strada del nord
né dalla via del sud
la sua musica selvaggia per la prima volta
nel villaggio quel giorno.

Egli apparve all' improvviso nel sentiero,
tutti uscirono ad ascoltarlo,
all' improvviso se ne andò, e invano
sperarono di rivederlo.
La sua strana musica infuse
in ogni cuore un desiderio di libertà.
Non era una melodia,
e neppure una non melodia.

In un luogo molto lontano,
in un luogo assai remoto,
costretti a vivere, essi
sentirono una risposta a questo suono.
Risposta a quel desiderio
che ognuno ha nel proprio seno,
il senso perduto che appartiene
alla ricerca dimenticata.

La sposa felice capì
d' essere malmaritata,
L' appassionato e contento amante
si stancò di amare ancora,
la fanciulla e il ragazzo furono felici
d' aver solo sognato,
i cuori solitari che erano tristi
si sentirono meno soli in qualche luogo.

In ogni anima sbocciava il fiore
che al tatto lascia polvere senza terra,
la prima ora dell' anima gemella,
quella parte che ci completa,
l' ombra che viene a benedire
dalle inespresse profondità lambite
la luminosa inquietudine
migliore del riposo.

Così come venne andò via.
Lo sentirono come un mezzo-essere.
Poi, dolcemente, si confuse
con il silenzio e il ricordo.

Il sonno lasciò di nuovo il loro riso,
morì la loro estatica speranza,
e poco dopo dimenticarono
che era passato.

Tuttavia, quando la tristezza di vivere,
poiché la vita non è voluta,
ritorna nell' ora dei sogni,
col senso della sua freddezza,
improvvisamente ciascuno ricorda -
risplendente come la luna nuova
dove il sogno-vita diventa cenere -
la melodia del violinista pazzo.