Scritto fra il 1920 e il 1922 il romanzo - considerato come il precursore del più noto 1984 orwelliano - è ambientato nel futuro e descrive un'organizzazione statale che individua nel libero arbitrio la causa dell'infelicità umana e pretende di controllare le vite dei cittadini attraverso un sistema di efficienza e precisione industriale. Una aperta denuncia della soppressione della libertà di pensare e di immaginare dell'essere umano e della conseguente sua riduzione a numero.
Commento a cura di
Anticipando di un paio di decenni lo scenario distopico immaginato dal celeberrimo George Orwell, lo scrittore e critico letterario Evgenij Zamjátin traendo spunto da alcune sue esperienze personali - in particolare la Rivoluzione Russa del 1905\1907 - scrisse "Noi": un romanzo-manifesto prontamente censurato dall'URSS poiché rappresentava una pubblica denuncia alla dittatura staliniana.
Ma veniamo al romanzo...
Ci troviamo catapultati in un futuro non propriamente precisato dove l'umanità è circondata da una grande Muraglia verde che delimita il loro spazio di movimento, un mondo dove tutto è tecnologicamente avanzato e tutti immancabilmente vengono sottoposti ad una stretta sorveglianza. La narrazione è in prima persona, ogni informazione che c'è dato avere circa questo stato totalitario ci viene fornita da D-503, ingegnere incaricato della realizzazione del progetto "l'Integrale" e forte sostenitore dello Stato Unico, in cui la razionalità ha la meglio sul sentimento secondo una locuzione che dovrebbe garantire la felicità.
"L'amore e la fame dominano il mondo."
Ergo: per dominare il mondo, l'uomo deve dominare i dominatori del mondo.
Ci si muove tutti all'unisono come un unico grande organismo.
L’umiltà è una virtù, e la superbia un vizio — "Noi" proveniamo da Dio, ma "Io" dal diavolo.
Lo Stato, che trova la sua massima rappresentazione nella figura del Benefattore, si trincera dietro alla cultura del "Noi", limita ogni forma di libero pensiero, reprime al massimo l'individualismo sminuendo ogni tipologia di contatto umano, a partire già dai rapporti intimi di coppia che avvengono attraverso una previa "prenotazione" per ottenere con facilità il partner che si desidera.
Tuttavia la visione standardizzata e idilliaca di D-503 verrà letteralmente stravolta dall'incontro con I-330, un'intrepida donna che vuole scrollarsi di dosso questo clima di oppressione lavorando nell'ombra affinché questo governo venga rovesciato.

Un romanzo che mi sento di consigliare agli appassionati del genere e che hanno voglia di cimentarsi con uno stile non proprio contemporaneo.
Io l'ho scoperto per caso, seguendo l'apposita rubrica di un gruppo Facebook (Leggere Distopico) che ringrazio vivamente perché per merito loro sto conoscendo libri davvero validi inerenti a questo genere.
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