lunedì 11 dicembre 2017

Blankets di Craig Thompson


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Trama

L'infanzia di Craig Thompson nel Wisconsin, vissuta in una famiglia fortemente religiosa all'interno di un piccolo paesino. I giorni si avvicendano tra difficoltà nel costruire amicizie a scuola e poca empatia con i genitori; solo il rapporto con il fratello, per quanto movimentato e non sempre idilliaco, garantisce una piccola valvola di sfogo.
Finché, un giorno, un campus della chiesa locale permette al protagonista di incontrare l'incantevole Raina...



Commento di


L'onestà di Craig Thompson nel raccontare la propria infanzia - il taglio è smaccatamente autobiografico - è qualcosa di molto coraggioso, soprattutto per quanto concerne le (prevedibili) ripercussioni a livello personale: i genitori, come dichiarato nelle interviste, hanno accolto con freddezza un'opera che non solo mette a nudo le loro vite, ma che, addirittura, ha il coraggio di porsi dubbi non indifferenti sulla fede religiosa e gli effetti che essa può avere a livello del quotidiano. Fin dall'inizio risulta lampante che l'infanzia e preadolescenza siano due fasi nella quale si tende a cristallizzare l'attimo e infonderne la massima importanza possibile, fino quasi a elaborare una visione distorta della realtà nella quale la singola esperienza ha prevalenza su tutto il resto: il dettaglio è più importante del contesto universale in cui si inserisce. Il magnifico tratto di Thompson mette in luce l'esplosione della fantasia nei piccoli momenti del quotidiano, i quali vengono impreziositi, spesso oltre i reali meriti, grazie alla capacità di ricamarci sopra con sogni, visioni a occhi aperti e veri e propri silenzi in cui cullarsi e perdersi. I genitori, visti come mostri, pian piano si delineano come due persone tanto religiose quanto integre a livello morale; il primo amore adolescenziale, totalizzante ed eterno nella sua bellezza, si stempera con il passare dei mesi a causa dell'incombenza del quotidiano; la religione, vissuta con timore reverenziale, minacciosa nelle sue sussurrate promesse, si tramuta in un percorso interiore che non preclude il beneficio del dubbio e nell'incertezza trova la forza salvifica capace di riscattare l'individuo.
Probabilmente, per quanto infanzia e adolescenza abbiano davvero la forza di migliorare il mondo con la propria purezza d'animo, l'insegnamento più importante è l'abbracciare una consapevolezza d'imperfezione: i sentimenti mutano con il passare del tempo, e il dono più grande che possiamo fare a noi stessi, anche e a tutti quelli che ci circondano, è accogliere il cambiamento affinché si possa vedere il mondo sotto una differente luce. 

"Quello che sto cercando di dire è che ogni cosa ha una fine. No, "fine" è una parola troppo delicata. Ogni cosa degenera...si deteriora...allora perché farla incominciare?"

VALUTAZIONE

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